Maria Gabriella Sartori, psicologa - psicoterapeuta

 

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PSICOANALISI E PACE, CONGRESSO NAZIONALE
CESENA 19-20 GIUGNO 1999
“VIOLENZA E SALUTE MENTALE: IL CASO ARGENTINA”
 

PREMESSA
Sono passati diversi anni dalla Dittatura Militare Argentina che ha sconvolto tra gli anni 1976-1983, il destino del Paese per la strategia imposta alla maggior parte dei Popoli dell’America Latina, dalla Dottrina di Sicurezza Nazionale.
S'instaurò allora un modello di società dominante con un costo sociale di vite da parte del popolo e un sistema d'ingiustizie che continua ad imperare il giorno d’oggi, nonostante il ritorno a regimi democratici, più formali che reali.
Il bilancio di quegli anni, circa 30.000 “detenidos- desaparecidos”, quasi 100.000 persone che sono state torturate fisicamente al meno una volta, centinaia di persone assassinate per cause politiche, migliaia di cittadini sottomessi a torture psicologiche, migliaia de prigionieri detenuti - liberati.
Ci si sforza di nascondere e far dimenticare i fatti accaduti, rinviare i problemi non risolti, trascurare ferite no rimarginate, piuttosto che adottare un comportamento e un impegno etico, politico e sociale nella ricerca della verità e della giustizia aggiungendosi la condotta de dirigenti politici che hanno preferito la connivenza con i responsabili del genocidio anziché collaborare per la costruzione de una democrazia autentica e partecipativa.
Il popolo si trova oggi in uno stato di mancanza di difese giuridiche. Le leggi chiamate di “Punto finale” e la “Legge d'Obbedienza Dovuta”, gli indulti che hanno liberato, criminali e genocidi, hanno portato all'impunità: questo che significa la negazione della responsabilità. Su questa base e impossibile costruire un processo democratico.
Si cercò e si cerca attraverso i mass~media che tutto restasse nell’oblio. Le giustificazioni sono varie: “Bisogna dimenticare il passato”, oppure: “Bisogna guardare il futuro, la vita continua”. Sappiamo bene che i popoli che dimenticano, perdono le loro radici e cadono negli stessi mali già sofferti.
Ricordare per non ripetere, e poter cosi elaborare i traumi, sia a livello individuale sia a livello sociale. Le difese conosciute da noi, psicologi e psicoanalisti presenti nella nevrosi e nella psicosi, <-rimozione, diniego, forclusione-> sono agite e stimolate dal potere come proposta verso tutta la popolazione.
Ché democrazia, quale processo di pace si può istituire a partire del silenzio, dall’impunità e dall'ingiustizia.?
Se la pace è frutto della giustizia, la salute mentale è conseguenza della verità e della riparazione del danno, [ causato o sofferto]. La verità è un Diritto, la memoria, un Dovere.

La violenza del Potere si vede nella tortura, dove tutta la sua forza si scatena contro il prigioniero, avendo per obiettivo, la distruzione de I’ identità, e del progetto di trasformazione sociale che questo personifica.
La violenza del Potere si esprime con tutta la sua crudeltà nei figli dei “desaparecidos”, nati in campi di concentramento, alcuni dati in adozione agli stessi militari, e/o loro famiglie amiche.
La violenza del Potere si manifesta nei figli dei prigionieri, separati per anni dai genitori. In ogni caso, questi bambini non erano stati “abbandonati”, sino che si tratta de bambini, oggi de adolescenti, de giovani che hanno subito la violenza nei livelli più profondi con la quale si può violentare ad un essere umano.
Gli effetti psico-sociali dell'Impunità si vedono adesso, nei figli dei “desaparecidos”. Come può elaborare el trauma un bambino che essendo stato preso “in adozione” in quegli anni, viene a sapere ora adolescente che suo “padre” é il militare che ha ucciso i suoi genitori con la tortura? Che identità può costruire?
Ci sono d’altra parte i figli dei “desaparecidos” che conoscono le loro origini, cresciuti con familiari che rispettavano il progetto dei genitori.
Sono oggi organizzati (da tre anni) in un'associazione che si chiama H.I.J.O.S - anagramma de: Hijos por la Identidad y la Justicia, contro el Olvido y el Silencio. (Figli per l'Identità e la Giustizia, contro l’Oblio e il Silenzio).
Il gruppo rappresenta una forma particolare di trasmissione transgenerazionale, con rispetto del trauma originario, la necessità di lavorare insieme, psicologicamente e socialmente. Gli obiettivi del gruppo sono espliciti nel nome che hanno preso. Questo permette loro in una pratica collettiva, ritrovare la memoria, elaborare il lutto, avendo un effetto curativo, rispetto al trauma sofferto, costruire la loro identità, in un processo gruppale, e sociale riconosciuto, contando con il supporto dei coetanei, dell’Equipe Assistenziale esistente negli Organismi dei Diritti Umani supporto necessario nel difficile periodo adolescenziale e giovanile La memoria storica è recuperata.
Il processo d'annientamento e distruzione nazionale, è stato eseguito dalla Dittatura Militare con una chiara visione di futuro: i Desaparecidos dovevano essere la classe dirigente attuale. La generazione nata nell'anno 1976 ha oggi tra i 20 e 30 anni. I figli della classe operaia, hanno patito fame dalla nascita. Di questi circa 300.000 bambini, sono morti per denutrizione, e migliaia de sopravvissuti ha adesso ritardo mentale (leve/moderato) dovuto alle mancanze proteiche nell'alimentazione nei primi anni di vita e/o mancanza de stimolazione, (educazione insufficiente). Questa generazione de argentini, con problemi d'apprendimento, riuscita a mala pena a finire la scuola dell’obbligo, al inserirsi sul mercato del lavoro, potrà aspirare soltanto a mansioni di “operai non qualificati”.
Questa è la generazione che doveva essere la protagonista nell’Argentina del 2000.
In un paese con un progetto prevalentemente agricolo-esportatore, avviene un’eccedenza di popolazione e nessun bisogno di mano d'opera qualificata.
L’Argentina, paese che presenta ferite ed umiliazioni dovute alle migliaia di detenuti-scomparsi, ai prigionieri che transitarono per le carceri della dittatura, ai familiari delle vittime della repressione, ai reduci dalla guerra delle isole Malvinas, potrà rimarginare le sue ferite soltanto attraverso la Giustizia.
La giustizia no significa condannare i nove capi responsabili della repressione e del Terrorismo di Stato, ma nella possibilità per un popolo, di realizzare il suo destino storico.
A cinquanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, costatiamo che non solo sono negati in quasi tutto il Terzo Mondo, sino che la Tortura é una pratica permanente che ha per obiettivi: annichilire l’identità individuale e sociale, negando la storia e l'interdipendenza tra popoli e gruppi, perpetuando in questo modo l’ingiustizia, nonostante la sua origine risalga allo schiavismo. Ingiustizia che possiamo considerare risultante della divisione del mondo in paesi Centrali, Dominanti, o Industrializzati e Paesi Periferici, Produttori di Materie Prime o Dipendenti.
Se la Pace è frutto della Giustizia, la Salute Mentale e conseguenza della Verità e della Riparazione del danno, (causato o sofferto). La Verità è un Diritto, e la Memoria, un Dovere.
La ricerca ci ha permesso di capire che esiste una relazione tra modo di produzione, classe dominante, metodo repressivo, e fra violenza e salute mentale.
Argomento che sarà sviluppato a continuazione.

CONCETTO D'IDENTITÀ.
L. Grinberg precisa che: “La nozione d’identità, è una delle più controverse sul terreno, sia filosofico, sia psicoanalitico.” Espressione dell'autoconoscenza, e (Freud) di <oscure forze emozionali che sono tanto più poderose quanto meno sia possibile esprimerle con parole, basata su un atteggiamento comune di un gruppo.> E il punto d’articolazione tra la storia individuale e sociale. Costituisce la base della personalità e del progetto di vita.
La presa de coscienza del proprio io, attraverso il meccanismo dell’identificazione si manifesta con le domande: “ Chi sono io?”. “Perché io sono io”. Infine, “Io sono io”.
L’identità è il risultato di una lunga storia individuale, familiare e sociale. Le successive identità parziali che il bambino va costruendo in un processo continuo d’interazione e integrazione, (spaziale, temporale e di gruppo), si riorganizzano nell'adolescenza includendo il sociale generale o essere collettivo. Identità e la consapevolezza dell'appartenenza ad un gruppo.
Nella crisi adolescenziale, tutta la storia dell'individuo si riorganizza, integrando il passato individuale, familiare e sociale. La fine dell'adolescenza, si esprime con la scelta de un modo d’essere nel mondo, costruendo un progetto di vita che sia una sintesi tra passato presente e futuro, dando risposta al “perché io sono io”, e dando significato alla propria vita .
Per Laing l'identità “propria” di una persona, non può mai prescindere completamente dall’identità per gli altri. L'identità di una persona, dipende in certa misura, dall’identità che gli altri gli attribuiscono, nonché dalle identità che egli attribuisce agli altri.
Ogni individuo ed ogni società è erede e trasmettitore di storia. La storia si trasmette con comportamenti verbali e non verbali, parole, miti, leggende, costruzioni ecc, dando significato a ciò che è accaduto. Si lega pure alla discendenza ciò che è rimasto senza parole e no fu pensato. Questa trasmissione negativa, è quella che si fa presente nella ripetizione. L'impunità stimola questa trasmissione della non-memoria. E' un legato che dice: “Tu non devi ricordare, tu non devi trovare le cause, non devi trovare un senso”. Legare dal lat. legare, da lex, legis, significa lasciare in eredità, però anche unione, legame. La storia, individuale, gruppale, o sociale é un legame, che può essere continuo o discontinuo, legittimo/legale o illegittimo/illegale.[Nota 3].

DETENIDOS - DESAPARECIDOS.
Negli anni settanta, la gioventù argentina, portò avanti un progetto di trasformazione e rinnovamento della società, un'identità determinata da un progetto di vita fondata su valori tali come la libertà di pensiero, l'indipendenza economica e politica, la giustizia.
Il potere, la chiamò "delinquenza sovversiva terrorista" e trovandola eccessivamente minacciosa no la condannò a morte, sino alla tortura senza limiti.
Le attribuisce una nuova identità: Lo trasformò in “detenido-desaparecido”.
Il detenido-desaparecido, e un morto vivo, e per il suo gruppo d’appartenenza, il “desaparecido” è l’assente sempre presente. Espressione della paura che l'oligarchia prova in confronti del popolo, consapevole de che il suo potere nasce e si perpetua in modo cruento, usando sistematicamente la violenza contro tutto ciò che sia una minaccia al suo stile di vita.
L'identità dell'oligarchia s’alimenta, anche se in ultima istanza la sua base sia economica, in quella “paura dei vivi ”di cui parlava Spencer, fondamento del controllo politico, nello stesso modo con cui la “paura dei morti” costituisce le radici del controllo religioso. Il detenido-desaparecido è per ciò una condensazione della paura dei vivi e della paura dei morti. L’apparato repressivo porta il sinistro, il no familiare alla famiglia, e dalla famiglia alla società.
La tortura senza limiti, si propone terrorizzare sia al prigioniero, sia alla popolazione. Con il terrore, distruggere la sua identità, il suo progetto di vita. Lo condanna a volte alla pazzia. Possiamo supporre che la psicopatologia è conseguenza della sconfitta. Ci si ammala quando si è sconfitti.
Non si è sconfitti quando si cade, ma quando si fa ciò che vuole il nemico. E' ciò che vuole il nemico è che il prigioniero politico abbandoni la sua identità, il suo progetto di vita, il suo progetto di liberazione, facendo proprio quello che l’oppressore propone. (L'identificazione con l’oppressore).
La condanna a morte per supplizio, è l’arte di dividere la vita, prima che cessi, in mille morti, esprimendo direttamente il rapporto castigo - corpo.
Il supplizio é la produzione differenziata di sofferenze, un rituale organizzato per imporre il marchio del potere sulle vittime; negli “eccessi” dei supplizi si manifesta chiaramente un apparato di potere. Il supplizio fa parte di un rituale, è un elemento della liturgia punitiva che risponde a diverse esigenze:
• Rendere infame chi lo patisce.
• Far trionfare il potere che lo impone.
• Continuare la persecuzione anche dopo la morte.
• Conseguire un effetto sociale esemplare
Nella tortura, se chiede all’imputato, con mezzi violenti, di svolgere il ruolo di collaboratore volontario. Tra chi ordina il tormento e chi lo subisce esiste una specie di gara, di duello o lotta in cui “il paziente” -così si denominava la vittima - trionfa resistendo, o fallisce confessando, sottometendosi.
Nella tortura s'intrecciano l’indagine, il duello o lotta tra torturante e torturato, la ricerca d’informazione ed il castigo .
Nel Diritto Medievale, la confessione trasforma l’imputazione in colpa esplicita e manifesta. L'uso della tortura è la forma di ottenerla. Nelle carceri dell'inquisizione, era possibile salvare la vita, se l’imputato “confessa”. Nel supplizio, la morte è sicura. Si tratta ora di salvare l’anima e diminuire il castigo nel “aldilà”.
È il punto di confluenza tra il giudizio degli uomini e quello di Dio, in quanto si poteva anticipare il futuro perdono se al momento della morte c’era il pentimento, oppure il futuro tormento nel rogo eterno dell’inferno, se non si riusciva a piegarlo.
Nel violare la legge, il trasgressore ha attentato contro la persona stessa del sovrano, quindi è lui che s’impossessa del corpo del condannato per mostrarlo segnato, vinto, spezzato. La cerimonia punitiva è quindi, terrorizzante. No si cerca ristabilire la giustizia, bensì riattivare il potere. Già alla fine dello XVII sec. si considerava la tortura come retaggio della barbarie.
Nei paesi centrali si consolida e assume il potere la borghesia, che non utilizza la tortura contro la nobiltà sconfitta.
La borghesia in Francia, utilizza la ghigliottina, la condanna ad una sola morte. Nelle colonie però riprende la pratica barbara e selvaggia quando ha bisogno di riattivare il potere.

RELAZIONE TRA MODO DI PRODUZIONE, CLASSE DOMINANTE E METODI REPRESSIVI.
La pratica della tortura ha origini remote: i supplizi agli schiavi e l’Inquisizione.
Nell'era classica il diritto di punire sarà uno degli aspetti di cui il sovrano si serve al dichiarare la guerra ai suoi nemici. Il punire appartiene al diritto di guerra al potere assoluto di vita e di morte di cui parla il Diritto Romano come “merum imperium”, diritto del principe ad eseguire la sua legge ordinando la condanna.
Il cristianesimo corrisponde ad una profonda trasformazione delle relazioni sociali e dei modi di produzione. Corrisponde alla rivoluzione generata dal passaggio dalla schiavitù alla servitù, vale a dire, dallo schiavismo classico al feudalesimo.
Lo schiavo, divenendo cristiano si converte in servo della gleba e servo del signore.
Qual è la differenza tra schiavo e servo?
Secondo Aristotele, allo schiavo nulla del proprio essere le appartiene. Lo schiavo è materia e il padrone è nous, forma pura, intelligenza. Il padrone ha l’esercizio dell’intelletto e lo schiavo possiede il corpo per eseguire le volontà del padrone.
Padrone e schiavo hanno quindi gli stessi interessi e formano un'unita naturale. Il padrone pensa, filosofeggia, e lo schiavo lavora. Secondo il pensiero greco classico, lo schiavo è uno strumento di lavoro, equivalente ad un arnese o ad una bestia.
Il cristianesimo rivoluziona l’antichità classica : Lo schiavo diviene servo della gleba e di Dio.
Se lo schiavo aveva un corpo ed un'anima (non riconosciuta) appartenenti al padrone, il servo si dissocia in un corpo che appartiene al signore feudale ed un'anima libera che appartiene a Dio. Il cristianesimo differenza in questo modo, l'anima libera ad il corpo incatenato alla servitù, a causa del peccato.
Il corpo subiva pene, miserie ed oppressioni in terra, ma l’anima si liberava al momento di consegnarsi a Dio. In questo modo il servo conquista la sua libertà, secondo Sant’Agostino, accettando di buon grado e con amore la servitù. Il servo sfruttato si emancipava donando l’anima libera al signore dei cieli.
Secondo questa teoria anti schiavistica che si sviluppa agli inizi del feudalesimo, l’anima si libera con il sacrificio e l’umiliazione del corpo. Il servo, dovuto al peccato, ha l’obbligo di rispettare e obbedire al signore feudale, e tutti i due, al vescovo.
Con la nascita dell’economia mercantile si sviluppano i borghi all’insegna del commercio e dell’artigianato; compare la borghesia come classe e i servi fuggono dalla terra verso le città alla ricerca della libertà.
Questa trasgressione alla legge feudale era considerato un delitto. I signori feudali definivano delinquenti questi servi auto-emancipati, ai quali erano soliti dar caccia come se fossero animali selvatici.
A partire dello XI sec. L’aumento della produttività e le scoperte scientifico-tecniche rivoluzionarono la produzione, mettendo in crisi tutto il sistema feudale.
La chiesa definì “peccati”: la ricerca, il guadagno, sostenendo che “è il demonio che costruisce le macchine e le ruote”.
L’eresia, come coscienza antifeudale, matura in seno al cattolicesimo si volgeva contro tutto il clero, contro la sua posizione politica e la sua ricchezza.
Scoppiano in Europa movimenti eretici insurrezionali contro la nobiltà, il clero e la gerarchia ecclesiastica. Facevano capo ai servi, ai diseredati dal feudalesimo, assieme alle nuove classi sociali che ambivano il potere.
Nasce così l’Inquisizione, che sarà l’espressione della volontà d'annichilimento di “quest'anima”, ora riconosciuta libera, ma dal momento in cui non intende più servire Dio e i suoi rappresentanti terreni, diventa un'anima ribelle o eretica e può essere salvata o riscattata solo attraverso il castigo e la tortura corporale.
Questa concezione dell’uomo visto come un corpo incatenato e un'anima libera è tuttora presente nella coscienza oligarchica argentina. Nei campi di concentramento, ai prigionieri era riconosciuta “un’anima libera”, diremmo oggi “coscienza di liberazione”, che deve essere piegata e annichilita mediante il castigo e il tormento corporale.
Se in conformità ad un'ideologia, l'Inquisizione medievale difendeva “dio la patria e il monarca”, l'oligarchia terriera agisce in difesa della civiltà “occidentale e cristiana”. Gli interessi economici difesi nel primo caso, erano quelli dell'alto clero e la nobiltà, (il latifondo), nel secondo, sono sempre gli interessi dell’oligarchia latifondista e finanziaria, alleata adesso alle multinazionali. (Vedere Quadro Comparativo allegato).
• "Non siamo noi ad agire, ma la mano di Dio attraverso di noi", dice un ufficiale del campo di concentramento “La Perla”. Argentina. ad un “detenido-desaparecido”.
• "Quando si tortura un detenuto non si sentono rimorsi, in quanto quello che abbiamo tra le mani non è un essere umano... è una cosa”. Capitano Gonzalez, “La Perla.” Argentina.

Nel modo di produzione capitalista, dove la borghesia industriale è la classe dominante, il corpo umano ha valore di forza - lavoro, con un'utilizzazione e valore di merce, sia come produttore sia come consumatore. Il lavoro obbligatorio servile diminuisce, in quanto il capitalismo esige che il mercato della manodopera sia libero. Nel capitalismo si riconosce all’operaio un corpo libero ed un'anima libera: libero di scegliere dove vendere la propria forza - lavoro.
Con le libertà borghesi si modificano le condizioni repressive, e la Rivoluzione Francese (1789) con gli ideali di “libertè, fraternité, egalité”, stabilisce che “i supplizi, che sono indegni dell’umanità, siano aboliti”.
“Il castigo, cada più sull'anima che sul corpo.” (Mably, 1760). Nelle società industrializzate la libertà è un bene comune. La prigione, come perdita della libertà, è una punizione ugualitaria per tutti. Appropiandose del tempo del condannato, stabilisce una forma di salario-paga quantificato in anni, mesi, giorni, nei quali il recluso “paga il suo debito con la società”.
Quando rimane la pena di morte, si condanna a “una sola morte”.
Questi progressi nelle società industrializzate, nascono e sono mantenuti dalla lotta, dall’organizzazione e dalla coscienza delle masse popolari locali. Ma quando le metropoli combattono nelle colonie, (direttamente o per mezzo de i suoi alleati interni) utilizzano ogni tipo di tortura, tormento e supplizio allo scopo di piegare la resistenza dei movimenti di trasformazione dei popoli “periferici”.

QUADRO COMPARATIVO METODI REPRESSIVI
 
INQUISIZIONE MEDIEVALE
DITTATURA ARGENTINA
TORTURA In caput alienum: per ottenere informazione relative ai complici del prigioniero Idem
In caput propium: per ottenere dalla vittima tutte le informazioni riguardante lui stesso. Idem
TORTURA A BAMBINI Solo a maggiori di 7 anni. Ai minori di 7 solo tortura psicologica Si torturano i minori di 7 anni, fisicamente e psicologicamente (incluso il feto).

TORTURA AD ANZIANI
Fino a 70 anni, oltre come per i bambini: tortura psicologica Si è a conoscenza di solo tortura psicologica
ACCUSA FORMALE Eresia Sovversione
ACCUSA REALE Ribellione contro i privilegi del monarca e dell’alto clero Coscienza anti-oligarchica e anti-imperialista
PROCESSO Tribunale del Sant’Officio Tribunali segreti, Intelligenze - Servisse. Se repressione “legale”, Tribunali militari e giudici del “Processo”
DIRITTO DI DIFESA Gli avvocati dei prigionieri appartenevano al personale del Sant’Officio Non c’è diritto alla difesa. Se repressione “legale”, personale delle Forze Armate, nell’organico oppure vicino ideologicamente
GIUDIZIO Esiste il giudizio e/o la decisione del monarca Esiste il giudizio sommario e/o la decisione dell’autorità
CONDANNA Al supplizio (pubblico), condanna alle “mille morti”, al carcere, all’esilio Al supplizio, (semi pubblico), condanna alla tortura senza limiti, al carcere, all’esilio, (secondo i piani politici delle autorità), alla pazzia
OBIETTIVO DELLA CONDANNA Esaltare il potere del sovrano, politica di terrore contro la popolazione Idem
CONFISCA DEI BENI Si Si
INTERESSI DIFESI Alto clero e nobiltà Oligarchia terriera e finanziaria, associata alle multinazionali
ESECUTORI Ordine dei Domenicani Forze Armate, di Sicurezza e Polizia
CONDANNA DEL PADRE ESTESA AI FIGLI E FAMILIARI Per due o più generazioni. Emarginazione sociale.
Obbligo di accusare i familiari diretti.
Idem
Idem
Idem
Scomparsa dei figli e dei familiari. Possibile la loro fucilazione
GIUSTIFICAZIONE Difesa di Dio, della Patria e del Monarca Difesa della civiltà Occidentale e Cristiana

A MODO DI CONCLUSIONE
La Rivoluzione Industriale, con l'ascesa della borghesia nei paesi Centrali a permesso l'abolizione della tortura e della condanna a morte per supplizio al loro interno. L'esperienza Argentina ci ha permesso di capire che queste pratiche, considerate “barbare” e “un'offesa all’umanità,” sono in atto oggi nei paesi Periferici, con il solo obiettivo di mantenere l'Ingiustizia.
Il nostro compito come psicoterapeuti è aiutare a chi lo chiede nella ricerca della Verità. La verità molte volte è dolorosa, però non é distruttiva. Ciò che distrugge é l'Ingiustizia. La Salute Mentale sarà frutto della Verità e della Giustizia. Se la Verità è un Diritto, la Memoria storica è un Dovere. Abbiamo il dovere di ricordare per non ripetere. Infine, l'Impunità, come negazione della responsabilità e del danno causato, impediscono la conquista della Pace, quella pace autentica, che porta alla crescita, non all’oblio o alla complicità. Solo questa pace permetterà la crescita, la maturazione e la trasformazione de tutti.


BIBLIOGRAFIA.
Foucault, Michel, Vigilar y Castigar, Nacimiento de la prisiòn. Ed. Siglo XXI, Mexico, 1981.
Grinberg, Leòn e Rebeca, Identità e Cambiamento, Armando Editore, Roma 1976.
IDONAC, Efectos Epidemiologicos de la Represion, Monografia, Buenos Aires, 1987.
Laing, R.D., L’Io diviso. Studio di psichiatria esistenziale. Einaudi Editore. Torino, 1969.
Sartori, Maria Gabriella, La Barbarie Oligarchica, Violencia y Salud Mental. El Bloque Editorial, Buenos Aires, 1993. Trad. Italiana, Desaparecidos, Violenza e Salute Mentale . Nova Cultura Editrice. Rovigo,1995.
Seminario Internacional: “Impunidad y sus Efectos en los Procesos Democraticos”. Santiago de Chile,1996. Http:/www.derechos.org/koaga/iii/3/index.html
Pinter, Harold, Il coraggio dei curdi, Rivista Internazionale, N°272, Anno 6, Roma, 1999.
Torture, Journal on Rehabilitation of Torture Victims and Prevention IRCT. Volume 8, n°2. Danimarca,1998.